RECENSIONI “TERRA SPORCA”
TERRA SPORCA-
le prime recensioni
AVVENIRE: Magnifici versi, che qua e là si stagliano a cantare l’amore che muore con disperazione post-romantica degna di un Ciampi (non ti ho mai fatto un regalo). In Terra sporca ci sono composizioni sapienti, dolcezze intense quanto ignare di ogni retorica. Ennio Rega rappresenta il miglior cantautorato che resiste (Andrea Pedrinelli)
IL MANIFESTO: ha una lingua particolare e ficcante il cantautore Ennio Rega, una voce dai tratti anche acidi e sardonici che ben supporta fiotti di parole che sembrano cavati fuori da un labor limae fatto con attrezzi dolorosi: il guardare dentro se stesso, evitando sia le ridondanti celebrazioni dell’ombelico che spesso hanno ucciso grandi dischi d’autore, sia l’autocommiserazione. Se pensate che questo disco sia l’ennesimo facile schierarsi a parole sbagliate di grosso. (Guido Festinese)
BRESCIAOGGI: Ennio Rega fa rivivere il cantautorato. Se vi stavate domandando dov’è finito lo spirito di denuncia della canzone d’autore, non cercate oltre: è tornato Ennio Rega. Ed è come calarsi in un mondo che non racconta più nessuno (Claudio Andrizzi)
SPETTAKOLO.IT: È canzone d’autore. Ennio Rega prova a tenerla in vita... Testi che spaziano a largo raggio. La linea musicale ricca di pregevoli passaggi, al servizio di un suono collettivo, ben oltre la media abituale negli album da cantautori (Giordano Casiraghi)
IL MATTINO : canzoni e jaccuse dalla «Terra sporca» . Rega ha versificazione fluente… e si indigna come non si porta più, quasi in una scelta di estrema testimonianza, di fedeltà a una stagione in cui i cantautori sapevano che cosa, e a chi, e perché dicevano. (Federico Vacalebre)
ROCKERILLA: Rega traccia percorsi acrobatici in un’apparente anarchia sonora che fotografa il disordine dei sogni, la bellezza dei margini, l’abbandono e la rivolta, regalandoci uno dei migliori album italiani del 2017 (Alessandro Hellmann)
AMADEUS: Lo Skyrunner, tra realtà e coscienza collettiva. Una scrittura che in qualche modo fa pensare agli skyrunner, quegli atleti che corrono in montagna, passando di vetta in vetta, o conquistano la cima di un grattacielo scalandone i gradini. E’ la “cima” che vuole raggiungere Ennio Rega quella da cui si può osservare il mondo contemporaneo, per descriverlo nella sua complessità…(Riccardo Santangelo)
RADIOCOOP: Musica che, partendo dalla canzone d’autore, abbraccia rock, jazz e sfumature tradizionali mediterranee con testi sarcastici e impegnati, sguardi al passato e auspici per un futuro meno superficiale. Un album intenso. Ottimo. (Antonio Bacciocchi)
MUSIC MAP: … la vita e, in primo piano, la denuncia. La musica di Ennio brilla per la vasta gamma offerta: cambi di passo, strali pianistici, passaggi fiabeschi, segmenti prog e divagazioni cantautoral-crunch. In definitiva: uno story-teller originalissimo. Solcare “Terra sporca” è un gran bel Rega(lo) di gusto (Max Casali)
BLOGFOOLK: un affresco poetico sul mondo contemporaneo nel quale si mescolano storie e ritratti di personaggi alle prese con i problemi della vita di ogni giorno. ricercate strutture musicali che mescolano jazz, rock e echi di musica popolare, avvolgono testi grande spessore poetico e narrativo, nei quali si ricorrono riflessioni, immagini e suggestioni telluriche che mirano a risvegliare quella coscienza collettiva da troppo tempo assopita (Salvatore Esposito)
MESCALINA: Terra sporca dove l’elaborata scelta musicale fa da “impalcatura” a una scrittura dei testi quasi liberatoria , in cui ci si può guardare dentro, cercando di riscoprire se ancora passioni, arte e voglia di vivere, possono far rinascere una“coscienza collettiva” (Riccardo Santangeli)
INDIE ROCCIA: Parole dette con lo sguardo fieramente alzato, con gli occhi fissi in quelli dell’interlocutore, questo è Ennio Rega, che ha sempre avuto il coraggio e la maturità per non tirarsi indietro…dinamismo, incursioni jazz, incalzanti passaggi al piano e assoli chitarristici trovano magnifica completezza e senso in di pienezza in un disco ricco ed esuberante. Bravo Ennio. (Riccardo Cavrioli)
UNICO: Il livello musicale altissimo raggiunto da Rega accompagna i suoi inni contro tutti i poteri (Oreste Mottola)
VIVALARADIO : L’aspetto sociale, sempre in primo piano per il cantautore campano, emerge in tutta la sua forza (Emanuele Scatarzi)
RAROPIU’: un album di grande ispirazione ed attualità, una canzone d’autore che non accetta regole di forma e di spirito. Ritrovo un grande della musica d’autore un’anima apolide per motivi filosofici e spirituali, una canzone che rifiuta le regole ovvie e banali, con un gusto ed un’eleganza che lo rendono riconoscibile ed estremamente equilibrato ( Paolo Tocco)
L’ISOLA : Rega è sempre stato artista “pieno”, i concetti sono a loro volta decisamente densi, pregnanti, toccando e quindi denunciando…Il quaderno di Angiolina e Cristo non è mai stato a Eboli fra le vette dell’album. (Alberto Bazzurro)
IL QUOTIDIANO DEL SUD : “Ho il cuore di un poeta allo stato brado“. Ennio Rega si rimette alla testa di un’ideale brigata composta da “chi ha perso contro il mondo” . (Gianluca Veltri)
CULTWEEK: “….cantautore di incisiva presenza autore e interprete di quattro album intensi e centrati. Cinque con questo Terra sporca (****) a cavallo fra umori mediterranei, progressive e britrock. Scrittura affilata, senza nessuna concessione agli slogan: l’ambiente (Sgacio), la perdita del lavoro (Il quaderno di Angiolina), l’ignavia di chi non prende mai posizione (la dura e paradossale Tutto non è qualsiasi cosa)…Un felice ritorno, una bella conferma” (Roberto Casalini)
L’ARENA: Rega è autore e interprete caratterizzato da un flusso ispirativo ed espressivo di ricchezza e generosità enormi. Visionario nella capacità di osservazione e nella poetica, ironico, autocritico, irrefrenabile nello sdegno civile, appartiene al grande filone dei Ciampi, Tenco, De André, Brassens (Beppe Montresor)
VINILE :Ennio Rega, che non ha paura ad affrontare la banalità del male del nostro tempo, il conformismo morale e mentale ancor prima di quello sociale, E Io fa con decisione, parlando di razzismo, di pensiero populista, d’ignavia politica, di ingiustizia penale, Lo fa con il suo linguaggio diretto e Ia sua voce forte. Lo fa con un sound potente, che attinge alla musica popolare, ma anche al rock e al jazz. TERRA SPORCA colpisce duro e inquieta, perché non abbassa mai il ritmo. Non lascia tempo e non consente scuse. A volte fa male nella sua cruda realtà, un po’ come certe terapie d’urto che alla fine però – speriamo – guariscono (Elisabetta Malantrucco)
RADIO GARDA : uno dei più eclettici cantautori e compositori italiani, il suo stile inconfondibile, non vuole solo raccontare il quotidiano o il divenire articolato e complesso della società contemporanea, ma sbattere con violenza una porta, quasi a scuotere gli animi e i pensieri (Cinzia Bighellini)
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“Arrivederci Italia”
recensioni
Rockerilla: “Ennio Rega ci ha abituati a lavori di grande intensità poetica… Rega graffia e commuove con il suo stile personalissimo…aggirandosi con incauta irriverenza tra grappoli di parole taglienti e irrimediabilmente romantiche, illuminate da un’intelligenza fine e da un’arte esperta. Amaro, ironico, necessario.”(A. Hellmann)
L’Isola che non c’era:”tutte le carte in regola” per rientrare di diritto fra quelli che contano…i testi tutti sempre innervati da un’originalità, un’urgenza, che non possono lasciare tiepidi…un abito musicale pieno, solido, mai generico o edulcorato. Il prosieguo non fa che confermare tali good vibrations iniziali, allargando il concetto, entro una proposta – una poetica – così fortemente identitaria, all’interpretazione…” (A. Bazzurro)
Il Tempo: “Una delle responsabilità storiche del milieu discografico italiano è di non aver mai concesso la dovuta attenzione ad Ennio Rega…un’irriverenza cinica mai domata, un piacere per la costruzione dei brani che li caratterizza ad uno ad uno”. (S. Mannucci)
Trashic: “Un capolavoro di versi e suggestioni visive che se messe a fuoco risultano tanto vere. La rabbia che si evince in “Sbriciolo ai corvi”…il racconto geniale de “La curva del gatto”, lo strano personaggio “Giovannino” , l’ omaggio a Luigi Tenco…Davvero tutto da scoprire questo album” (S.D)
Il Manifesto: “Nel panorama della canzone d’autore Ennio Rega è un personaggio atipico, non riconducibile a nessuna scuola, di forte ispirazione letteraria, molto prossimo al Brel delle brume del nord con i suoi ricordi sommessi e la sua indignazione gridata. I suoi testi sono intrisi di denuncia sociale, traboccano di rabbia e sgomento, sono morali e, in questo, ricordano un Rino Gaetano crepuscolare ” (A. Colonna)
La Repubblica: “Diario sonoro nel quale il musicista narra, talvolta fischiettando amaramente, di un Paese cafone e triste, minaccioso e prepotente. Rega in forma di reggae e di ballad morbide, di atmosfere ondeggiandi tra lo ska e il folk, fotografa ambizioni nel porno e scene da bar, solitudini, piccole sarte, contrabbandieri e prostitute. Citando le periferie di un’”Italia irrilevante” o “La buca” dove sprofondano silenziosamente, e nella distrazione dei benpensanti, tutti gli immigrati originari dell’Uzbekistan o africani” (G. Valentino)
Il Mattino: ” L’ultimo dei cantautori”, Ennio Rega ha sfornato un disco feroce, più un atto di disgusto che manifesto in stile indignados… nonostante l’arma dell’ironia spesso il dolore/rancore sgorga così abbondante da piegare le canzoni in racconti sonori. Fa bene al cuore sapere che esistono ancora “prodotti” così “indomiti” e “indomabili”, “diversi”, davvero schierati in “direzione ostinata e contraria” (F. Vacalebre)
Alias : La solitudine dei versi persi Il ben argomentato sdegno di Testa è anche quello di EnnioRega e del suo Arrivederci Italia (Scaramuccia/ Edel). Registrazione in diretta per un lavoro teso che funziona come un concept album sull’arroganza, la solitudine, il veleno quotidiano di una società berlusconizzata. (Guido Festinese)
Liberazione: “Ennio Rega, cantautore irriverente, attento musicista e compositore raffinato, ci regala qualità fatta di note, suoni e parole…come non sognare insieme a lui mentre la stanca e tormentata Italia scende in piazza?”(T. Barillà)
Folk Bulletin: Si avverte la necessità di opere come Arrivederci Italia, imperniato su di una canzone d’autore che pur mettendo al centro il testo, il messaggio, non riduce il vestito sonoro a mera cornice. Rega scava tra le pieghe della marginalità urbana, mette in mostra crudezze, meschinità e debolezze di un’umanità notturna (Ciro De Rosa)
Mescalina:”un album sorprendente per lucidità e spessore…è difficile paragonarlo ad altri colleghi cantautori per la sua poetica così personale e trasversale. Le canzoni sono dinamiche, una frenesia rapsodica che non ha paragoni” (F. Bove)
Bresciaoggi: “E’ l’epitaffio che mancava ad una certo tipo di società ormai al capolinea. All’Italia irrilevante che l’impagabile Rega racconta impietosamente nel brano omonimo…mescolando jazz e vis popolare in un affresco irruente e incontenibile” (C. Andrizzi)
Musicalnews: Se Ennio Rega ha forse cristallizzato il cantautorato più innovativo, Zorn sta proseguendo da tempo la sperimentazione tra musica colta e pop.
E chi stende queste pagine appare come un poeta che si mette a nudo. (A. Ranalli)
Suono: ” …se siano le parole a correre a perdifiato dietro la musica o se sia la musica a creare se stessa ad ogni istante sotto l’incantesimo delle parole. E’ l’epos della quotidianità, e Rega, bisogna dirlo, lo interpreta piuttosto bene” (D. De Ritis)
Carta Giovani: Un disco che rispecchia l’urgenza tipica di chi ha molto da dire, dove l’ironia e l’impegno civile sono il filo rosso che unisce il tutto. Ennio Rega regala un’altra prova del suo talento di cantautore e riesce a far trasparire speranza nel cambiamento con “Ballata della via larga”. (E. Bianchi)
Left: “Mescolando Jazz, musica classica e popolare Ennio Rega realizza un album di alta tensione poetica, ma che è anche un duro J’accuse all’Italia delle speranze di democrazia del tutto tradite” (F. Sisti)
Raro: “Nuovo album per Ennio Rega, il suo quarto e sicuramente il più maturo e diretto. Rega offre anche un delicato omaggio a Luigi Tenco incidendo la sua versione di Ragazzo mio” (F. Fratarcangeli)
Musikbox: Un indiscutibile passo avanti in una discografia già ricca di opriginalità, c’è una musicalità ancora più ricca e spessa, ci sono tutte le parole che servono per raccontare certe storie nel migliore dei modi. Ennio Rega non molla. Per fortuna (A. Iachino)
Bielle:”…una tavolozza di note, suoni, accordi, che rintracciano in Rega un musicista eclettico e di gran classe…Rega è bravo anzi di più” (M. Bonanno)
Mentelocale.it: “ Rega fa capire come la musica d’autore sia ancora cosa viva. Arrivederci Italia resta un affresco di grande attualità, un barnum dove si incontrano cafoni piccoli e grandi, fuoriserie in leasing e miserie umane dai portafogli stracolmi. Un album d’autore, un disco solido “(M. Paoletti)
Blogfoolk:” uno dei più raffinati cantautori in circolazione pubblicando dischi di grande spessore artistico…brani di grande pregio. Un disco di grande attualità, un ritratto senza sconti ma di grande forza poetica” (S. Esposito)
Bravo online:”…ci ha così donato, ancora una volta, la sua personalissima visione, confermando che il suo modo di fare musica resta difficilmente catalogabile, mai omologabile, prezioso” (F. Antonelli)
Università.it:”da sempre attento ai temi sociali e impegnato in un ennesimo grido d’allarme per le sorti del Paese nell’ultimo album “Arrivederci Italia” (R. Lupoli)
La musica è leggera: Ennio Rega è una figura assai singolare; ci ha dato alcune belle canzoni “politiche” (“La buca” per esempio) e testi interessanti sulle nevrosi metropolitane. Ma soprattutto scrive musiche, e le interpreta, con uno stile che dissocia voce e piano, prima sovrapponendoli e, poi, allontanandoli, ottenendo l’effetto di una sorta di doppio ascolto, dove la partitura sostiene le parole e poi le lancia altrove; e dove le parole, liberamente, tornano a raggiungere la musica e a scivolare in essa. (L. Manconi)
Effettonapoli.it: uno dei più appartati e talentuosi cantautori italiani, incensato dalla critica più avveduta per il notevole valore letterario dei suoi testi (riconosciuto al Premio Tenco) si contraddistingue per una grande versatilità compositiva e letteraria, per l’elegia della «vita di bohème», per la raffinatezza delle soluzioni musicali… (S. Iorio)
Il Quotidiano della Calabria: “Arrivederci Italia è una cartolina dolente, una finestra scura (sebbene ironica) sul nostro presente, sullo sconforto e l’innocenza. Rega,la cui musica si nutre di una complessità contaminata dal jazz e dalla musica etnica, si definisce “cantautore per forza” . Assai atipico,e assai più musicista, l’artista cilentano è nemico della banalità e dei clichè.” (G. Veltri)
Anima Jazz: “uno tra i più importanti cantautori di questo periodo Ennio Rega con “Arrivederci Italia” (B. Pollacci)
Unico: Cantore dei perdenti di talento. “Arrivederci Italia” un album da ascoltare e meditare. Ennio Rega, per descriverlo i critici che sanno il fatto loro scomodano De Andrè…” (O. Mottola)
NewsCinema:“Un album sull’incapacità di comunicazione nell’Italia di oggi, dove l’ironia e l’impegno civile sono il filo rosso che unisce il tutto. Ennio Rega regala un altra prova del suo talento di cantautore” (E. Bianchi)
Radio Beckwith:”…ambientazioni fumose e pesanti, piene di immagini che si susseguono, anche dolorosamente, perché Rega racconta le storie di tutti, anche le storie di chi è stato dimenticato. Musica da non perdere”(R.B.E.)
MusicMap: “Musica e parole di forte intensità poetica….storie di amara ironia calate in un’analisi del sociale che non fa sconti a nessuno”(M.M.)
Fattitaliani.it: “Il raffinato cantautore salernitano torna a pubblicare un disco dopo quattro anni che si muove tra atmosfere jazz e la più elegante canzone d’autore. (G. Morra)
La Buona Luna: “Arrivederci Italia” e ricco di testi caustici, magmatici, a volte quasi visionari, dalle iniziali Sbriciolo ai corvi e Il più labile dei dati, a un po’ tutto il resto. Tipo Italia Irrilevante” (A. Bazzurro)
Città Nuova: “E’ uno dei più talentuosi cantautori nostrani… poetica ruspante e colta insieme: parole come pietre, e suoni come salsa piccante” (F. Coriasco)
L’isola della Musica Italiana: ” l’artista salernitano scuote e interroga l’ascoltatore, lo costringe a non lasciarsi cadere addosso la sua musica…..il nuovo lavoro traccia anche un profilo più ampio delle sue doti di fine affabulatore” (V. Formenti)
Erzebeth: Tra gli album più interessanti di ultima pubblicazione c’è “Arrivederci Italia”. Lo stile di Ennio Rega, raffinato ed essenziale, a tratti tagliente, ci riporta nell’era di chi ha fatto grande la canzone d’autore. (E. Di Dio Russo)
Altritaliani: il suo j’accuse ad un’Italia smarrita, senza pensiero critico, dalla civiltà crollata. Scomodo, diretto e poetico (P. Bizzini)
Musicamag.com (un’altra musica): un’ora di ottima musica in compagnia di un Ennio Rega in splendida forma artistica… molto toccante “Rosa di fiori finti” storia di una cugina costretta ad emigrare in Svizzera a fare l’operaia tessile con turni massacranti, abbandonata dal padre perché considerata una poco di buono “abbandonatasi nei ciclamini in una felceta, sulla pelle dorata di uno sfregiato analfabeta”. (G. Cordiero)