Recensione, Musikbox

Posted by admin | Posted in Rassegna, Recensioni | Posted on 28-03-2012

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   Ennio Rega non molla. Lo avevamo lasciato intrigato nelle vicende di donne e uomini che non vedremo mai in televisione, ce lo troviamo, tenace e passionale, a riflettere su un paese, l’Italia, che di assennatezza ne sta perdendo tanta. Lui lo sa, lo vede e lo canta. E non gli servono statistiche, studi socio politici o dotte argomentazioni da opinionisti. A lui, salernitano nel sangue romano di domicilio, basta la voglia di non uniformarsi, che poi è quella dei personaggi cui volge lo sguardo, che affrontano ogni giorno un quotidiano difficile perché vissuto secondo le regole dei forti. In canzoni come La teppa dei marchettari, La buca, Ballata della via larga, o Rosa di fiori finti sfilano storie commoventi e ciniche, ironiche e disarmanti, raccontate con il filtro e la sensibilità di un sentire partecipe. Il Nostro rivisita il suo passato (Lo sciancato, da Due passi nell’anima del sorcio del 1994), omaggia nuovamente Fernando Pessoa (Libertà) e ricorda Luigi Tenco (Ragazzo mio). Arrivederci Italia è un indiscutibile passo avanti in una discografia già ricca di originalità e spunti di riflessione. C’è esuberanza, una musicalità ancora più ricca e spessa, che mette insieme jazz, musica popolare, accenti bandistici e reggae. E a chi dovesse obiettare che queste canzoni patiscono testi eccessivamente verbosi, replichiamo dicendo che qui ci sono tutte le parole che servono per raccontare certe storie nel migliore dei modi. Ennio Rega non molla. Per fortuna.     (Achille Iachino)

 

 

 

 

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